sabato 5 settembre 2009

14. Russi

Nell’area dell’attuale Russia, il passaggio dal Mesolitico al Neolitico avviene tra 8.000-4000 anni fa e comporta il passaggio da un’economia di caccia e raccolta ad un’economia di tipo agricolo-pastorale. La popolazione aumenta e le tribù vivono sempre più a stretto contatto fra loro, stabilendo rapporti non sempre pacifici. Talvolta intere popolazioni si muovono alla ricerca di nuovi spazi in cui insediarsi e, avanzando, fanno razzia di ogni cosa e seminano terrore e morte, fino a che la carica propulsiva che le ha spinte ad avanzare non si esaurisce spontaneamente o non trova un ostacolo insuperabile. Non sono infrequenti scontri armati veri e propri, che fanno da preludio alle prime guerre. I centri meglio organizzati provvedono a migliorare i propri armamenti e realizzano le prime opere di fortificazione.
Intorno a 3000 anni fa, la Russia è disseminata di numerosi villaggi permanenti e domini, più o meno fortificati, e da altrettanto numerose popolazioni nomadi, che si spostano da un luogo all’altro, pericolosamente e imprevedibilmente. I pericoli aumentano a mano a mano che si vanno diffondendo le armi in ferro e viene impiegato il cavallo in azioni militari. L’elevato livello di competizione spinge molte tribù ad unirsi intorno alla figura di un leader e a costituire cospicui corpi politici e militari, come i Cimmeri, gli Sciti e i Sarmati. A partire da 2700 anni fa, queste popolazioni imparano a combattere a cavallo e, duecento anni dopo, l’invenzione della staffa consente loro di usare le armi a mani libere, mentre si muovono al galoppo (BLAINEY 2000: 113). Sono diventati dei temibili cavalieri, capaci di compiere razzie e seminare terrore e morte anche nelle città.

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